Visita le Marche dal nostro Hotel sul mare Riviera del Conero

Nota per il suo santuario mariano di fama internazionale, custodisce la reliquia della S. Casa, ritenuta la dimora della Madonna a Nazareth.

Nel 1291 gli angeli avrebbero portato via in volo la casetta dalla Palestina>, occupata e minacciata dai Turchi selgiuchidi. Dopo alterne vicende, la depositarono nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294 sul Monte Prodo, dove ancora si trova.

Recenti studi archeologici e storici hanno confermato quanto ritenuto dalla tradizione secolare, ma hanno optato, sulla base di un antico documento, per un trasporto via mare su nave delle tre pareti originarie del sacello.

La cittadina si è sviluppata successivamente attorno alla reliquia, condividendone le vicende storiche.

Loreto è stata visitata da molti personaggi importanti, papi e santi.

La Basilica della S. Casa, iniziata nel 1468, fu terminata nel XVII secolo. Il campanile (1755), opera di Luigi Vanvitelli, ospita un concerto di nove campane, la maggiore delle quali è detta Loreta, fusa da Bernardino da Rimini (1515) e pesante 74 quintali.

La cupola si deve a Giuliano da Sangallo e Giuliano da Maiano.

Il santuario, dalle particolari forme gotico-rinascimentali, è uno dei più monumenti più importanti d'Italia; la pianta, a croce latina, è impreziosita da nove absidi, coronate da camminamenti di ronda. L'interno custodisce capolavori d'arte. Notevoli le cappelle Tedesca, Francese e Spagnola, con opere di Ludovico Seitz (1892-1902), Charles Lameire (1896-1903) e Modesto Faustini (1886-1890).

La Sacrestia di S. Giovanni, con affreschi di Luca Signorelli (1481-1485) e quella di S. Marco con affreschi di Melozzo da Forlì (177-1479). La cupola fu decorata del senese Cesare Maccari (1895-1907).

La S. Casa mostra un rivestimento marmoreo cinquecentesco su disegno del Bramante; luogo di preghiera e meditazione, ospita la venerata statua della Madonna Nera. La Sala del Tesoro è affrescata dal Pomarancio (1605-1610).

In Piazza della Madonna, il Palazzo Illirico e il Palazzo Apostolico, sede del Museo-Antico Tesoro S. Casa (ceramiche di Urbino, presepi, oreficerie, varie tele e ultimi dipinti di Lorenzo Lotto). All'inizio di Corso Traiano Boccalini, il Teatro Comunale.

Si consiglia una visita alle “Rocchette”, camminamenti di ronda della basilica, dalle quali si gode un magnifico panorama su Loreto, l'Adriatico, il Conero e le colline vicine. Nel Palazzo Comunale, il Museo Storico Aeronautico; lungo la salita della Scala Santa, il Cimitero militare polacco (1944-1946). La Vergine Lauretana è patrona principale delle Marche e protettrice dell'aeronautica (Benedetto XV nel 1920).

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI
- www.santuarioloreto.it
- www.museostoricoaeronautico.it
- www.pellegrinaggio.org
- www.lorenzolottomarche.it

Conosciuta in tutto il mondo per essere la patria del poeta Giacomo Leopardi (1798-1837) e del tenore Beniamino Gigli (1890-1957).

Le sue origini risalirebbero ai Ricinesi. Nel 774, dopo la sconfitta dei Longobardi da parte dei Franchi, venne donata allo Stato della Chiesa.

L'imperatore Federico II di Svevia nel 1229 le conferì diversi privilegi e la facoltà di costruirsi un porto sull'Adriatico (Porto Recanati). Gregorio IX nel 1240 la elevò al rango di “città” e sede vescovile.

Nella Piazzetta Sabato del Villaggio, Palazzo Leopardi (XVIII sec.) con vari ricordi di Giacomo e dei suoi familiari. Poco distante, il Colle dell'Infinito e S. Maria in Montemorello (XVI sec.), dove il poeta fu battezzato. S. Agostino (XIII sec.), con chiostro, “Torre del Passero Solitario” (campanile), urna del B. Girolamo Gherarducci, agostiniano (sotto altare maggiore), e portale in pietra d'Istria (1485) di Giuliano da Maiano. La seicentesca S. Vito (patrono): al suo interno, Oratorio dei Nobili con tela del Pomarancio.

Concattedrale di S. Flaviano (compatrono), del XIV secolo, (soffitto ligneo a cassettoni e sarcofago di papa Gregorio XII); Palazzo Vescovile; Ex- Carceri; Museo Diocesano (opere di Guercino, Pomarancio, Andrea Sansovino). S. Domenico (XV sec.), con bel portale di Giuliano da Maiano (1481) e affresco di S. Vincenzo Ferreri di Lorenzo Lotto (1513). S. Maria di Varano (XV sec.) con tombe dei genitori di Leopardi e Cappella di S. Diego d'Alcalà, fatta costruire e decorare dallo spagnolo Don Diego Zapata); S. Anna (riproduzione della S. Casa di Loreto).

Nel Cimitero, Tomba di Beniamino Gigli, dalla caratteristica forma piramidale. Chiesa e convento dei Cappuccini (1618), con tela raffigurante la Traslazione della S. Casa di Loreto di Girolamo Cialderi e Madonna dell'Insalata ( tela attribuita a Caravaggio); nella Cappella Leopardi, venerato quadro della Madonna Consolatrice degli Afflitti. Teatro “Giuseppe Persiani”; Piazza Leopardi (Monumento a Giacomo Leopardi, di Giorgi Panichi); la ghibellina Torre del Borgo; Palazzo Comunale (Museo Civico Beniamino Gigli); Museo Civico Villa Colloredo Mels (tele di Lorenzo Lotto).

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.beniaminogigli.it
- www.villacolloredomels.it
- www.chiostrosantagostino.it
- www.lorenzolottomarche.it

Colonia romana nel 157 a. C. e, successivamente, municipio. Auximum, a causa della sua posizione geografica, fu coinvolta nelle guerre tra Cesare e Pompeo Magno.

Fece parte della Pentapoli marittima; rivendicò per tutto il Medioevo la sua autonomia comunale contro l'egemonia dei papi. Divenuta libero Comune dalla fine del XII secolo, ebbe dei propri statuti.. Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo tornò definitivamente alla Chiesa e visse un periodo di prosperità, espandendo il nucleo abitativo e arricchendosi di notevoli monumenti.

Sul Colle Gòmero sorge la Cattedrale di S. Leopardo (primo vescovo della città), splendido esempio di architettura romanico-gotica. Abbellita esternamente da un massiccio campanile, un magnifico rosone e pregevoli portali in pietra, custodisce al suo interno a tre navate notevoli testimonianze artistiche. Nella cripta (1191) sono custoditi i sarcofagi dei protomartiri e dei santi vescovi osimani.

In una cappella è venerato un Crocifisso miracoloso (XII sec.).

Accanto alla cattedrale l'interessante Battistero (rifatto nel XVII sec., ma di origini quattrocentesche) con fonte battesimale bronzea di Pier Paolo e Traquinio Jacometti di Recanati. Una visita merita anche il ricco Museo Diocesano. La Basilica di S. Giuseppe da Copertino, meta di numerosi pellegrini da ogni parte del mondo, ospita le Camerette abitate dal santo, patrono degli studenti, di Osimo e compatrono della regione, un piccolo museo a lui dedicato e, nella cripta, l'urna con il suo corpo.

Nella chiesa di S. Marco una Madonna del Rosario di Guercino. In frazione Campocavallo l'imponente Santuario della Madonna Addolorata, in bello stile neo-rinascimentale lombardo, eretto nel 1893 da Costantino Costantini, per custodire l'effige della Vergine, protagonista di un prodigio nel 1892. Nell'atrio del Palazzo Comunale il Lapidarium (statue, epigrafi e bassorilievi romani).

Palazzo Campana è sede del notevole Museo Civico. Da visitare anche: Palazzo Gallo (oggi sede dell'Unicredit), con soffitto affrescato dal Pomarancio (1614), la Fonte Magna (I sec. a. C. - I sec. d. C.), testimone del passaggio di Pompeo Magno e delle sue truppe; il Teatro “La Nuova Fenice” (1887-1982). Nel sottosuolo di Osimo, le Grotte, fitta rete di cunicoli con simboli esoterici, legati forse ai Templari e ai Cavalieri di Malta.

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.duomodiosimo.it
- wwww.sangiuseppedacopertino.net
- www.santuariocampocavallo.com
- www.istitutocampana.it

Nota nel mondo per la produzione di fisarmoniche, sarebbe stata edificata dai profughi osimani (metà VI sec.) e avrebbe preso il nome dal conte Giscardo (Castel Giscardo).

Fino al 1585 si chiamò Castel Ficardo. Fu libero Comune fin dal XII secolo, passando alla Chiesa nel 1281.

Si rese indipendente durante il periodo della cattività avignonese, ma fu riconquistata nel 1354 dal cardinale Albornoz. Divenne poi feudo dei Malatesta e nella prima metà del XV secolo appartenne a Francesco Sforza.

La cittadina è legata alla celebre battaglia combattuta nel suo territorio (1860) tra le truppe piemontesi e pontificie. In Piazza della Repubblica sorge la Collegiata di S. Stefano con architrave del portale abbellita da un bassorilievo in ceramica di Arturo Politi (1962), raffigurante una Madonna con il Bambino e santi.

L'interno custodisce un' Ultima Cena di Felice Pellegrini (1594), una statua di S. Tommaso di arte toscana (XVI sec.), ed una tela di Ernst de Schaichis (SS. Stefano e Vittore con la Vergine).

Nel vicino Palazzo Comunale è ospitato l'interessante Museo Internazionale della Fisarmonica (150 pezzi esposti e ricostruzione laboratorio artigianale primi XX sec.). Da Porta Marina si gode uno stupendo panorama sull'Adriatico.

Il Monumento nazionale delle Marche fu realizzato dal veneziano Vito Pardo ed inaugurato nel 1912, in occasione del cinquantenario della battaglia. Nella Selva di Castelfidardo, luogo dei combattimenti, il Sacrario – Ossario, dedicato ai caduti. In Palazzo Mordini, il Museo del Risorgimento (importanti cimeli e documenti della battaglia).

In S. Agostino (XVI-XVII sec.), una Madonna di Loreto con S. Paolo e due angeli, di Pier Paolo Menzocchi (1567).

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- http://www.santostefanocastelfidardo.it
- http://santagostinocastelfidardo.jimdo.com
- http://www.museodellafisarmonica.it
- http://www.fondazioneferretti.org

Importante centro culturale, economico e universitario.

Capoluogo di provincia delle Marche, costruita forse dopo la distruzione nel 408 della romana Helvia Recina.

Libero Comune, si sottrasse al dominio dei vescovi di Fermo; nel 1138 si unirono, costituendo un unico centro, Poggio S. Giuliano e il Castello di Macerata.

Patteggiò sia per i Guelfi che per i Ghibellini, finendo assoggettata alla Chiesa, ma mantenendo propri statuti. Nel 1290 fu istituito uno studio di diritto. Giovanni XXII le concesse il titolo di città e la eresse a vescovado (1320).

Nel 1445, dopo alterne vicende, tornò al Papato, divenendo sede della Legazione della Marca. Fu occupata e saccheggiata dai Francesi nel 1799 e nel 1808; nel 1815, quartier generale di Gioacchino Murat. Subì un violento bombardamento nel 1944.

E' patria di Matteo Ricci (1552-610), gesuita, di cui è in corso la beatificazione.

In Piazza Strambi la Cattedrale di S. Giuliano (patrono), neoclassica (1771-1790), con facciata incompiuta e massiccio campanile (1467-1478). Nel luminoso e vasto interno: urna di S. Vincenzo Maria Strambi (1745-1824), vescovo passionista di Macerata (compatrono); grande pala d'altare di Cristoforo Unterbenger (1786), raffigurante S. Giuliano che intercede presso la Vergine per Macerata minacciata dalla peste; il Corporale del Miracolo Eucaristico (1356), posto sotto l'altare della Cappella del SS. Sacramento, e statua lignea di S. Giuliano.

La Basilica Santuario di S. Maria della Misericordia (patrona), su progetto di Luigi Vanvitelli (1736-1741), ingloba la primitiva cappella costruita nel 1447.

Il caratteristico ambulacro interno, abbellito da affreschi di Biagio Biagetti (1922), è opera di Giovanni Montini (1860-1893). Nella navata, pregevoli tele di Sebastiano Conca e volta decorata da Francesco Mancini.

L'effige della Madonna della Misericordia (fine XV- inizio XVI sec.) è coperta da ricca iconostasi. In Piazza della Libertà il Palazzo del Comune (sec. XVII), in cotto e con porticato; la graziosa Loggia dei Mercanti (1504-1505), in stile toscano; l'ex chiesa di S. Paolo (1623-1655), oggi auditorium. Sul lato meridionale della piazza, il Teatro “Lauro Rossi”, su disegno di Antonio Bibiena (1767), e l'imponente Torre dell'Orologio (1663). S. Maria della Porta, dal ricco portale ogivale, decorato e strombato (1290).

In Piazza Nazario Sauro, il famoso Sferisterio, neoclassico, progettato da Ireneo Aleardi (1820-1829); costruito per il “gioco della palla al bracciale”, oggi noto a livello internazionale per la sua stagione lirica.

In Piazza Vittorio Veneto la chiesa di S. Giovanni (1600-1681); all'interno: Crocefissione, tavola attribuita a Cola dell'Amatrice, e Transito di Maria di Giovanni Lanfranco. Nell'ex Collegio dei Gesuiti, la Biblioteca Comunale “Mozzi – Borgetti”. Altre chiese: S. Filippo (1697-1730), con tele di Francesco Mancini, Giuliano Alberti e Ludovico Trasi; S. Giorgio, rifatta nel 1792 (Crocifisso ligneo del XVI secolo e venerata immagine della Madonna della Salute del Sassoferrato); Santuario dell'Immacolata, neoclassico (bei dipinti del romano Virginio Monti).

Da visitare: Palazzo Buonaccorsi (Museo della Carrozza e Pinacoteca Civica) e Palazzo Ricci (Collezione Novecento italiano). Nei pressi del cimitero, Santuario di S. Maria delle Vergini (1550-1565), sorto sul luogo di un'apparizione mariana (1548); cupola ottagonale con alto tamburo (1563). All'interno, a croce greca: stucchi, affreschi, Fuga in Egitto del Cavalier d'Arpino, Epifania del Tintoretto e aiuti (1581) e prodigiosa effigie della Madonna delle Vergini.

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.basilicamisericordia.it
- www.sanfilippomc.it
- www.pellegrinaggio.org
- www.immacolata.mc.it
- www.maceratamusei.it
- www.palazzoricci.it
- www.santamariadellevergini.org
- www.padrematteoricci.it

Cittadina ricca di notevoli monumenti.

E' l'antica Aesis (dal fiume Esino), fondata forse dagli Umbri.

Importante colonia romana dal 247 a. C.; distrutta dai Goti (409) e dai Longobardi, fu ricostruita e donata alla Chiesa da Pipino il Breve (756). Libero Comune nell'XI secolo; secondo antica tradizione, vi sarebbe nato l'imperatore Federico II di Svevia (1194).

Patteggiò sia per i Ghibellini che per la Chiesa, passando da un dominio all'altro; il cardinale Albornoz la espugnò, riconducendola sotto il Papato. Nel 1420 fu governata da Braccio da Montone; successivamente da Francesco Sforza (1433).

Nel 1831 vi si costituì un governo provvisorio e istituita una Guardia Nazionale. Seguì infine le vicende storiche risorgimentali. E' nota per aver dato i natali al giovane compositore Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736).

La cinta muraria è tra le meglio conservate della regione; venne ricostruita con torrioni e beccatelli nel XV secolo da Baccio Pontelli e Francesco di Giorgio Martini. Attualmente restano solo quattro delle sette porte originarie.

Palazzo della Signoria (1486-1498), opera dello stesso Francesco di Giorgio Martini (Biblioteca Comunale Planettiana); Palazzo Colocci (XVI-XVII sec.), dove hanno vissuto i discendenti del famoso navigatore Amerigo Vespucci (1454-1512); ospita la Casa Museo “Marchese Adriano Colocci Vespucci”.

In Piazza Federico II: Palazzo Balleani, rococò (Enoteca regionale delle Marche), e l'ex chiesa di S. Floriano (patrono della Vallesina, a cui è dedicato un palio), a pianta centrale ellittica con cupola a base ovale (sconsacrata e sede del Teatro studio “Valeria Moriconi”, attrice jesina). In Palazzo Ripanti (origini XV sec.), il Museo Diocesano.

In Piazza della Repubblica sorge Palazzo Ricci (XVI sec.) dalla caratteristica facciata a bugnato; Palazzo Honorati-Carotti, di origini rinascimentali (procura).

Il Teatro Pergolesi, costruito nel 1790 e inaugurato nel 1798, uno dei più importanti delle Marche. Palazzo Pianetti ospita l'interessante Pinacoteca Civica, con un giardino all'italiana, terrecotte robbiane, vasi da farmacia, ceramiche e tele di Lorenzo Lotto. L'Arco Clementino, all'inizio di Corso Matteotti, eretto nel 1734 in onore di papa Clemente XII, immette in modo scenografico nel centro storico.

La Cattedrale di S. Settimio (patrono), eretta tra il XIII e il XIV secolo, e rifatta nel XVIII, custodisce due leoni-acquasantiere (un tempo parte del portale), diverse opere d'arte e l'urna con il corpo del santo, primo vescovo e martire di Jesi.

Inoltre, da visitare: S. Giovanni Battista, costruita nel XIII secolo (affresco scuola giottesca del 1333, attribuito a Pietro da Rimini); S. Nicolò, la più antica della città (XII sec.); Santuario di S. Maria delle Grazie, quattrocentesco, con annesso convento dei Carmelitani (immagine miracolosa della patrona, attribuita ad Antonio da Fabriano). Inoltre: Monumento a G. B. Pergolesi del carrarese Alessandro Lazzerini (1910); S. Pietro (XVIII sec.); S. Marco (affreschi trecenteschi), con monastero delle Carmelitane; Museo Studio per le Arti della Stampa (ex monastero delle Clarisse). Fuori città, l'ex abbazia di S. Maria del Piano.

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.bibliotecaplanettiana.it
- www.paliosanfloriano.it
- www.fondazionepergolesispontini.com
- www.lorenzolottomarche.it
- www.duomojesi.it
- www.sangiovannibattistajesi.org
- www.carmelitanejesi.com
- www.smpjesi.it

E' uno dei complessi di grotte carsiche sotterranee più importanti d'Italia.

Situate nel territorio comunale di Genga (AN) e in quello del Parco Natura Regione della Gola Rossa e di Frasassi.

Dal 1972 sono tutelate dal Consorzio Frassasi. Furono scoperte il 27 settembre 1971 da un gruppo di speleologi dei CAI di Ancona guidato da Giancarlo Cappanera. Il percorso, di oltre 13 km, comprende una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte.

La maggiore e più spettacolare delle grandi cavità è la Grotta Grande del Vento, alta circa 100 metri; gli esploratori battezzarono l'immenso spazio "Abisso Ancona" in onore degli scopritori.

Da visitare: la "Sala 200", con corridoio di 200 metri; la "Sala delle Candeline", cosiddetta dalle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni; la "Sala dell'Orsa", con enorme masso eroso dall'acqua e dalla caratteristica forma di un plantigrado; la "Sala Bianca", costituita da strati di calcite pura; la "Sala dei Pagliai" e la "Sala dell'Infinito", dalla forma irregolarmente circolare, tanto da far perdere l'orientamento. All'interno delle grotte, durante tutto l'anno, la temperatura costante è di 14 ° C e l'umidità relativa è del 100%.

Nelle cavità naturali vivono ben 67 specie animali; tra queste, diversi tipi di pipistrelli.

Nella vicina "Grotta del Santuario", la cappella di S. Maria infra Saxa e una piccola chiesa ottagonale con cupola, fatta erigere da Leone XII su disegno di Giuseppe Valadier (1828); al suo interno è venerata una statua marmorea della Madonna con il Bambino, copia della bottega del Canova. L'originale è custodita a Genga.

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.grotte-di-frasassi.it

Capoluogo di provincia delle Marche, ricca di storia ed arte. Asculum fu conquistata dai Romani insieme al Piceno (286 a. C.). Nel 578 espugnata dai Longobardi e annessa al Ducato di Spoleto; nel 774 entrò a far parte dei possedimenti della Chiesa. Libero Comune nel 1185, fu assoggettata dall'imperatore Federico II (1242) che la dotò di libere istituzioni e privilegi. Ebbe varie signorie e nel 1482 ottenne dal Papato la Libertas Ecclesiastica. Nel 1799 fece parte del Dipartimento del Tronto; nel 1824 capoluogo di una delle sei delegazioni delle Marche. Annessa all'Italia il 17 dicembre 1860.

Tra le personalità: Niccolò IV, primo papa francescano (1227-1292) e Francesco Stabili detto "Cecco d'Ascoli" (1269-1327), poeta e astrologo. Nota per la celebre Quintana.

Il centro storico in travertino è abbellito da piazze, caratteristiche vie dette "ruette", numerose chiese romaniche e palazzi nobiliari.

In Piazza Arringo: il Palazzo Comunale con la Pinacoteca Civica (quadri di Carlo Crivelli, Cola dell'Amatrice, Piero Alemanno, Tiziano, Guido Reni, Carlo Maratta); Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale (reperti preistorici, romani e piceni); il Palazzo Vescovile (Museo Diocesano), con dipinti di scuola crivellesca, tele dell'ascolano Ludovico Trasi (XVIII sec.), statua argentea quattrocentesca di S. Emidio di Pietro Vannini. La Cattedrale di S. Emidio (patrono) è un complesso edificio architettonico; la facciata è opera di Cola dell'Amatrice (1520-1539); sul lato sinistro, la Porta della Musa, pregevole opera tardo rinascimentale. L'interno, a tre navate, mostra nelle volte, nella cupola e nell'abside affreschi di Cesare Mariani (1884-1894); nella Cappella del Sacramento, tele di L. Trasi, polittico di C. Crivelli (1473) e prezioso paliotto argenteo attribuito al Vannino (1415). Da visitare le cappelle del SS. Crocifisso e della Madonna delle Grazie (icona quattrocentesca della patrona di Pietro Alemanno); nella cripta, sarcofago romano con le reliquie di S. Emidio e suoi compagni di martirio, e gruppo marmoreo di S. Emidio che battezza S. Polisia di Lazzaro Giosafatti (1728-1730).

Il Battistero, di forma ottagonale, ospita al centro i resti dell'antica fonte battesimale per immersione. Il vicino Palazzetto Bonaparte è un elegante edificio cinquecentesco. Tra le diverse chiese romaniche: S. Gregorio; SS. Vincenzo e Anastasio; S. Giacomo; S. Tommaso (con annesso Museo dell'Arte Ceramica); S. Vittore; S. Maria Intervineas.

Nella scenografica Piazza del Popolo: Palazzo dei Capitani del Popolo (portale sovrastato dal monumento a Paolo III); la gotica S. Francesco (monumento esterno a Giulio II; portali strombati; Crocifisso miracoloso e urna del B. Corrado Miliani, francescano); Loggia dei Mercanti (XVI sec.). Il Teatro "Ventidio Basso"fu eretto su disegno di Ireneo Aleardi (1841-1846). Il Chiostro Maggiore di S. Francesco (XVI sec.) è sede della piccola Sala "Cola dell'Amatrice" (affreschi attribuiti al pittore). Altre chiese: S. Pietro Martire; S. Maria della Carità (o della Scopa); S. Agostino; S. Angelo Magno, ex convento francescano della SS. Annunziata; S. Antonio Abate; S. Maria del Carmine.

Il Santuario di S. Serafino da Montegranaro, con annesso convento dei Cappuccini, custodisce la cameretta del santo, l'urna con il suo corpo, e affreschi preraffaelliti di Paolo Augusto Mussini (1903-1915). Meritano una visita: la passeggiata "Rrete li mierghie"; i ponti di Porta Cappuccina (o Solestà), di Porta Tufilla e di Porta Maggiore; il Forte Malatesta (Museo dell'Alto Medioevo); Via dei Soderini (botteghe di ceramisti); il Convento delle Concezioniste, con annessa chiesa dell'Immacolata e interessante Museo Biblioteca "F. A. Marcucci". Inoltre: il Palazzetto Longobardo; Galleria d'Arte Contemporanea "O. Licini"; il Teatro Romano; la Fortezza Pia; il Tempietto di S. Emidio alle Grotte (1717-1721) e il Tempietto di S. Emidio Rosso (1633), con pietra del martirio del santo sotto l'altare.

Fonte: Wikipedia

LINK UTILI:
- www.archeomarche.beniculturali.it
- www.erap.it/sanpietromartire
- www.ilteatroventidiobasso.it
- www.cappuccinimarche.org
- www.monsignormarcucci.com
- santemidionelmondo.wordpress.com

"Citta ideale" nel Rinascimento e importante centro storico e artistico delle Marche.

Nota per essere la patria di: Raffaello Sanzio (1483-1520); Federico Barocci (15354-1612); Federico Brandani (1520-1575). Urbinum Metaurense sorse arroccata su un colle a forma di uncino (dal quale il nome). Dopo la morte del sovrano longobardo Liutprando (744) fu conquistata e ceduta da Pipino il Breve alla Chiesa. Patteggiò per i Ghibellini, ma gli Svevi la privarono della sua autonomia comunale, donandola ai Montefeltro. Sotto il dominio di Federico II da Montefeltro conobbe un periodo di fasti e si arricchì di monumenti, divenendo uno dei centri più importanti del Quattrocento. L'ultimo duca Francesco Maria II la cedette al papa Urbano VIII (1626); fu depredata dei suoi tesori e decadde rapidamente. Occupata dai Francesi (1797) fece parte della Repubblica Romana; nel 1808 tornò sotto il Papato, per poi entrare a far parte del Regno Italico (1814).

In Piazza Duca Federico, il Duomo, eretto per volere di Federico da Montefeltro da Francesco di Giorgio Martini e terminato da Muzio Oddi (1604) con la cupola; l'attuale aspetto neoclassico si deve a Giuseppe Valadier (1789-1801). Preceduto da ampia scalinata con statue dei patroni S. Crescentino e B. Mainardo; lo slanciato ed imponente campanile è settecentesco.

Nel vasto interno a tre navate con volte a botte tele di Claudio Ridolfi, Federico Barocci e Lodovico Viviani. Nella Cappella della Concezione stucchi barocchi e Assunta di Carlo Maratta (1707); nella Cappella del Sacramento, con cancellata del XV secolo, quadro di Federico Barocci (Istituzione dell'Eucarestia), del 1603-1607. Nell'abside maggiore tela settecentesca di Cristoforo Unterberger (Assunta tra S. Crescentino e B. Mainardo). Sotto l'altare, urna con le reliquie del martire S. Crescentino.

Nel transetto sinistro: statue di Raffaello (Carlo Finelli da Carrara) e Clemente XI (Agostino Conacchini). Il Museo Diocesano "Albani" espone interessanti suppellettili sacre, pregevoli armadi in noce, notevoli tele e ricco Tesoro. Il fianco sinistro della Cattedrale presenta un bel portico (1621), attribuito all'Oddi, attraverso il quale si accede all'Oratorio della Grotta (Cristo Morto e Madonna di Giovanni Bandini).

L'elegante Palazzo Ducale, massima creazione rinascimentale, voluta da Federico da Montefeltro, fu costruito da Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Girolamo Genga. L'interno ospita la Galleria Nazionale delle Marche; tra i numerosi capolavori: Museo Lapidario; La Muta di Raffaello; il Miracolo dell'Ostia profanata di Paolo Uccello; varie opere di Piero della Francesca; il Ritratto di Federico da Montefeltro con il figlio Guidobaldo di Pedro Barruguete. Un'attenta visita meritano anche il Guardaroba del duca (14 ritratti degli uomini illustri di Giusto di Gand e Pedro Barruguete), il Tempietto delle Muse, lo Studiolo e la Cappellina del Perdono.

Tra i vari oratori: quello di S. Croce, della Morte, di S. Giovanni Battista, di S. Giuseppe. Tra le chiese: S. Domenico; ex convento di S. Chiara; S. Caterina con annesso convento delle Agostiniane; S. Agostino; S. Francesco di Paola; S. Francesco; S. Spirito; S. Sergio. Inoltre: Palazzo dell'Università; il Teatro Sanzio (1845-1853); Casa dei Barocci; Casa di Raffaello; Casa di Timoteo Viti. In Piazzale Roma, Monumento a Raffaello di Luigi Belli (1897). Nella parte più alta dell'abitato la Fortezza Albornoz, con magnifico paesaggio su Urbino e vallate circostanti. A pochi chilometri dalle mura,il Colle dei Cappuccini e S. Bernardino degli Zoccolanti (tombe di Federico e Guidobaldo da Montefeltro). In questa chiesa era custodita la famosa Pala di Brera di Piero della Francesca.

Fonte Wikipedia

LINK UTILI:
- http://www.museodiocesanourbino.it
- http://www.palazzoducaleurbino.it
- http://www.monasteronellacitta.it
- http://www.accademiaraffaello.it